Solo Dio Perdona

Nicholas Winding Refn ci è riuscito ancora. Questa volta, però, non solo ha realizzato un film formalmente e stilisticamente magnifico, questa volta mi ha incantata. Refn ha costruito un mondo a parte, in cui le atmosfere suggestive create dagli sfondi geometrici rendono i movimenti dei personaggi estremamente armoniosi e fluidi in quella che mi è parsa una sofferente e disturbante … Continua a leggere

Confessions

Ognuno custodisce dei segreti, ognuno di noi ha qualcosa da confessare e non è necessario che sia qualcosa di grosso, di terribile. Quante volte il peso di qualcosa che avremmo voluto dire ci ha schiacciati all’inverosimile? I personaggi di Confessions costituiscono una microsocietà in cui il segreto, l’insicurezza, il peccato sono portati all’estremo in un condensato di colpa, crudeltà e … Continua a leggere

Nella casa

Nella Casa è un dramma borghese. È un Bildungsroman. È una satira sulla borghesia e sulla superficialità. É un thriller emotivo ed è anche lynchiano, nel modo in cui pone soglie scivolose tra realtà e finzione, per cui ci sentiamo in bilico tra letteratura e vita, tra distaccato e divertito cinismo e partecipato interesse per i personaggi che Claude manovra come ignare pedine, fino a diventare una di loro. Continua a leggere

Blue Valentine

Cindy sembra algida e sbrigativa. Dean appare come un bambino gigante, stempiato, perennemente sporco di pittura. Ai sorrisi si alternano momenti di raggelante silenzio. E ci sentiamo obbligati a porci la domanda che regge tutto il film: come può una coppia arrivare a questo punto? Com’è che un amore finisce? Il film non dà risposte, ma pone ulteriori interrogativi e, anzi, spinge lo spettatore a riflettere. Non solo sull’amore e sulle relazioni, ma sulla vita in generale: aspettative, aspirazioni, delusioni. Continua a leggere

Come un Tuono

Fino alla settimana scorsa, vivevo quello che era stato un mese cinematograficamente deludente e avvilente, eccezione fatta per alcune proiezioni carine che, però, non erano riuscite a rapirmi, a catturarmi. Questo film (e Derek Cianfrance) – in sala dal 4 aprile -, invece, ce l’ha fatta. Colpita e affondata dalla sua bellezza, sono rimasta incollata allo schermo, alla storia e … Continua a leggere

Frankenweenie.

Per Tim Burton, artista, regista, creatore di sogni, è fondamentale rispettare il dress code: non posso andare a vedere Frankenweenie, che ho atteso così a lungo di vedere in versione originale sottotitolata, senza essere coerente con lo scenario. Perciò abitino spettrale, calze viola e borsa a forma di casetta di marzapane alla mano mi incammino, nell’ancora fredda sera – quasi … Continua a leggere

I “lunghissimi”: perché vale la pena passare più di due ore in sala

Pochi giorni fa ho dovuto prendere il treno per alcune ore e, non posso ancora perdonarmi, non avevo un libro da leggere – a mia discolpa: è stato tutto molto improvviso! – e, così, ho deciso di spendere 1 euro e prendere un settimanale “da donne” attratta da un articolo sulla notte degli Oscar, che, però, si è rivelato veramente misero. In compenso ho trovato una terribile rubrica che, in questa “puntata”, suggeriva in quali momenti distrarsi in caso di visione di alcuni dei lunghi film delle ultime settimane. Terribile! Così ho deciso di prendere ciascuno di questi film e spendere qualche riga in favore di quelle meravigliose visioni. Continua a leggere

Looper

In Looper ci troviamo in un futuro in cui ci si può arricchire solo sfruttando la circolarità del tempo, messa a disposizione da chi vive trent’anni avanti, ma tale ricchezza dipende soltanto da quanto valore viene dato a questo tempo, il proprio e quello altrui. Uccidere personaggi scomodi inviati dal futuro, vivere nella ricchezza per trent’anni ed essere rispediti trent’anni indietro nel tempo, legati e incappucciati, pronti per essere eliminati da sé stessi è il metro in base al quale il valore della vita e del tempo vengono misurati.
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Horror: a love story (vol.1)

Per amore della conoscenza, nel corso degli ultimi anni, il mio cervello è stato sottoposto a un’inestimabile quantità di ore di film e, ogni volta, è sempre un’esperienza mistica, un tuffo al cuore che raggiunge il suo apice quando si è in sala e, improvvisamente, una sequenza o anche una semplice inquadratura, fa vibrare una delle corde che stanno tese tra stomaco e cuore. ll cinema horror, come molto spesso accade per i film di genere, non è pensato per fare questo effetto, ma per regalare un altro tipo di tuffo al cuore, per far vibrare di altre emozioni il nostro stomaco. Lo spavento. E funziona sempre, anche se sappiamo che succederà, anche se possediamo tutti gli indizi per immaginare quando avremo paura. Continua a leggere