The Visit

In terza media ci hanno assegnato un tema: l’ultimo film che avete visto. Scelsi Il sesto senso. Per anni, poi, me ne sono vergognata. Avrei voluto scrivere di Solaris o Le onde del destino, ma non li avevo ancora visti. Fin da quando ero piccola sono sempre stata affascinata dal mistero e dall’horror: mi piaceva Twin Peaks, mi piaceva X-files, mi piaceva giocare a fare la detective fingendo che nel cortile di casa mia avvenissero omicidi a caso che risolvevo, mi piaceva fare quello che faceva Harold in Harold e Maude, solo che mia mamma era la complice e non la vittima. Quindi, quando la mia mente di tredicenne incontrò il bambino che vedeva la gente morta e che dove c’era lui faceva freddo e che ommioddio no, povero Bruce, è in realtà morto, ne restai profondamente affascinata. Io gli volevo bene, a Bruce. E il twistone finale mi aveva sconvolta. Poi sono successe delle cose, cose inspiegabili (o forse spiegabile con del sano cinismo) e M. Night Shyamalan ha iniziato a girare delle porcherie senza fine. Sinceramente a me non è piaciuto più nulla di suo, con variazioni sul tema che vanno da schifo a pias minga a niente di speciale nel migliore dei casi, a tanta speranza per Wayward Pines (ovviamente frustrata dall’episodio 4 ma soprattutto dall’episodio 6 che “se effettivamente è questo l’andazzo sento che il finale sarà ignobile e forse non sarà nemmeno un finale”, check per entrambe purtroppo – mini digressione, scusate ma devo: ma davvero? vogliamo davvero dare questo messaggio originalissimo che tanto dove la metti la metti l’umanità farà il Male? La banalità del male ha un nuovo (l’ennesimo) volto ed è quello di MNS) e poi sento che Jason Blum ha dato soldi (pochi, come sempre, ma abbastanza per fare una cosa bella) a MNS. Ora, le produzioni Blumhause vantano un ventaglio di film molto vasto, con degli estremi positivi tipo Insidious che, dai, è veramente carino (niente di life-changing, né), al Sinister (con Ethan Hawke nel consueto ruolo di papà pasticcione – alcolizzato-, così pasticcione che si tira dietro demone crudele e bambini killer) e Curve (anche qui, niente di life-changing), a Unfriended che, in sé, è un po’ una cagata, ma una cagata che funziona e che apre le porte a quel tipo di horror che, se fatto da uno capace, potrebbe essere ben rappresentativo di adesso (volevo dire dello Zeitgeist però mmi sembrava un po’ stiracchiato, anche se un Unfriended fatto bene e con un po’ di approfondimento psicologico in più potrebbe essere la versione horror di Spring breakers e farsi interprete della generazione dei giovani raga di adesso, che, per quanto possano starci sui maroni (o meno, per carità), esistono e hanno delle proprietà che li rendono una generazione nuova, madonna quanto mi sento vecchia).

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O trascura i figli o li porta a vivere dove ci sono stati i massacri: papà pasticcione!

Poi ha prodotto roba che effettivamente è di gran lunga sopra la media, vedi Oculus e Creep, che ho trovato ADORABILE. Il problema è che la Blumhause ha anche prodotto i seguiti di Paranaormal Activity e solo qualcuno che mi è molto vicino sa quanto fastidio mi dia Oren Peli, The Lazarus effect, Oujia (odio puro). Quindi, ecco, le premesse erano spaventose, cioè, poteva essere che i constraint imposti da Jason funzionassero bene e rimettessero il buon Night in carreggiata, oppure no. E per Night sarebbe stato il calar della notte (ahaha, che schifo di battuta).

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Un frame rilevante di Creep: se vedi uno con questa faccia, scappa

Dunque, a noi. Il trailer faceva ben sperare e il film unisce due cose che fanno tanta paura: vecchi e bambini. Il found footage funziona, perché la storia è tutta filmata da una ragazzina che vuole fare un documentario su una visita a casa dei nonni materni mai conosciuti, causa mamma ribelle eccetera eccetera. Il film fa parecchie riflessioni, poi o meno urlate, sul cinema e sul muovere emozioni più o meno volontariamente (io continuo a sperare che l’osservazione sulla scena lacrimevole del documentario fosse una frecciata a Inarritu, o Nolan, ma credo di stare sperando troppo). Ma quanto è bello il cambio di focale fatto malissimo dal fratellino minore? Stavo per mettermi a piangere dalla commozione. Le cose positive, senza spoilerare, sono parecchie:

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Miracoli di poli/kukident

  • gli attori che interpretano i ragazzini sono bravissimi, per nulla fastidiosi e, oddio, stavo per saltare sulla sedia quando hanno iniziato a parlare e a comportarsi come RAGAZZINI VERI e non come bambini da film troppo carini o troppo odiosi o troppo infantili o troppo maturi, qui c’è una combinazione quasi perfetta di un po’ tutte queste cose, perché un essere umano vero e intero funziona esattamente così, giusto?
  • il found footage mi piace. lo so che ho più volte scritto e detto “basta FF”, ma sono già stata pronta a ricredermi con il gigantesco The Sacrament (che per me rispetto a The Visit gioca ovviamente un altro campionato, ma Ti è Ti). Qui il found footage è sfruttato benissimo: la macchina da presa balla quando deve ballare, cattura della inquadrature con tagli di luce che sono riconducibilissimi al vecchio Shyamalan (che con la macchina da presa ci sapeva fare, solo che, alla fine, altro non creava che begli involucri che custodivano solo un twist inaccettabile) che, qui, è in grado di catturare nostalgia e turbamento (la personalità, la sorella maggiore, è ben approfondita ma mai spinta all’eccesso e, con l’accumularsi degli eventi, si disegna nel dettaglio, così come quella di Tyler) senza doverne parlare
  • il film è bizarro e perciò risulta al tempo stesso divertente e straniante e posso riassumerlo in due parole: nudità anziana. Non so se ci sia qualcosa di più weird e anti-familiare di una signora che corre nuda per casa e gratta i muri, in ogni caso questa dimensione tipo “il vecchio: questo sconosciuto” è brillante e funziona benissimo, sia come elemento horror, quando le cose effettivamente succedono, sia come elemento comico nel momento in cui i ragazzini si devono relazionare con queste stranezze e cercano di spiegarsela appunto pensando “il vecchio: questo sconosciuto” , finché il mistero della vecchiaia non è più in grado di spiegare il comportamento dei nonni. Il momento che meglio racconta il film in sé è la scena ambientata nel sotto-portico (o come si chiama): Reagan e Tyler decidono di giocare a nascondino, sempre portandosi dietro la videocamera in nome del documentare tutto e fare cinema verità, e si rincorrono, fanno gli scemi, la macchina da presa è instabile e ci divertiamo con loro. Poi compare la nonna, che li insegue gattoni, con i lunghi capelli bianchi che un attimo prima ci sembravano candidi ed eleganti e ora la fanno sembrare straight tutta Suspiria, mentre i bambini scappano, prima ridendo, poi terrorizzati, con la nonna che li segue fin fuori dal sotto-portico e si pulisce le ginocchia con aria divertita. Tutta questa dimensione resta per buona parte del film, tenendo la tensione ancora maggiore, perché prima che possiamo giudicare i nonni come una vera e propria minaccia il minutaglie corre e tu sei incollato allo schermo proprio in virtù dell’incertezza totale con paura di “nonsobenecosa” annessa
  • le scritte rosse un po’ à la Funny Games (sempre altro campionato, mi vergogno anche a doverlo specificare eh), che mi piace sempre come grafica

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Nel complesso The Visit è frizzante, instabile, folle e mi è piaciuto parecchio proprio per questa non-canonicità che tiene in piedi tutto il film fino a un finale non solo thrilleroso e angosciante e, sì, anche spaventoso e spaventevole, ma soprattutto intelligente, credibile, che non solo non rovina il film ma che dà un senso a tutto quello cui abbiamo assistito.

2 pensieri su “The Visit

  1. E venne il giorno (The Happening) mi è piaciuto, sicuramente un po’ di zone d’ombra, ma, sarà stata la fotografia o il mio amore per i vegetali, lo considero a livello del Il sesto senso. Film diversi, diversa la costruzione, gli attori, il tema, ma entrambi li ricordo con trasporto.
    The visit lo segno, mi faccio contagiare dal tuo dirompente entusiasmo, poi le parole “folle” e “intelligente” mi acchiappano peggio della carta moschicida. Un caro saluto e buone feste :**

    • Sicuramente The Visit quest’anno è l’horror delle feste, dato che al cinema non ci danno grande scelta. Credo che il pregio di questo film risieda anche nel fatto di essere tanto bizzarro da dare la sensazione che se non ci fosse un nome famoso dietro probabilmente non sarebbe uscito in sala in Italia (e i migliori non escono quasi mai). Non è un film che ti cambia la vita ma è davvero una boccata d’aria fresca ed è divertente.
      (E venne il giorno era buonissima l’idea ma trovo che si sia un po’ perso per strada).
      Buone feste cara! Smack

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