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«Questa è la mia giacca di pelle di serpente. Rappresenta il simbolo della mia individualità e la mia fede nella libertà personale» (Sailor Ripley)

Impossibile. È quasi impossibile pensare che io non abbia mai scritto di quello che, da oltre dieci anni a questa parte, è il mio film preferito. Quello che, in assoluto, mi è piaciuto sempre di più ogni volta che lo vedevo (almeno 2-3 all’anno, come una medicina). Quello che, anche se sono cambiata io, ha un substrato talmente forte e importante per me che trascende la forma. Che, anche se sono cambiata io, ancora riesce ad arrivare alla parte più profonda e autentica di me.

Ci sono film che ti parlano. Synecdoche, NY. A serious man. Rushmore. Ma sono introspettivi, individuali e va bene. Cuore Selvaggio ha qualcosa che questi film non hanno. Qualcosa che nessuno, tranne David Lynch, ha. Se stai cercando qualcuno che racconti una storia disturbante, David Lynch è l’uomo giusto. Ma è anche il più adatto a raccontare una storia d’amore, a quanto pare. Non convenzionale, ovviamente. Ma non importa se Lula e Sailor sono “due deficienti”, come li ha definiti Lynch stesso, quello che conta è tutto il substrato, il sottofondo che accompagna lo spettatore in questo folle viaggio con questa folle coppia – sottofondo di cui fa parte anche una dolorsa Wicked Game di Chris Isaac, non la ciofeca rifatta dagli him -, in sequenze che vanno dall’atrocità (Diane Ladd che fa la creativa con il rossetto; Grace Zabriskie che si eccita mentre sta facendo uccidere il povero Harry Dean Stanton; Sherylynn Fenn che muore tra le braccia di Nicholas Cage e Laura Dern) alla poesia più abbacinante (Lula e Sailor in auto, con Wicked Game che li accompagna; Lula e Sailor che fanno mosh in un campo deserto; Lula e Sailor che si baciano sul cofano dell’auto di lei e lui che canta Love me Tender). Ma procediamo con ordine.

(Ah, ovviamente sono presenti spoiler selvaggi)

La prima volta che ho visto Cuore Selvaggio ero una giovane punk diciottenne e, sebbene l’etichetta punk mi precettasse a dire “santo cielo, che metallari!”, rimasi totalmente rapita e conquistata da questo film. Fino alle lacrime. Fino ad allora, avevo passato tutta la mia adolescenza pensando che i film che raccontavano una storia d’amore fossero delle inenarrabili stronzate (e, in buona parte, lo penso ancora). Eppure, come ogni vero punk che si rispetti, sotto la mia deprimente armatura, nascondevo un cuoricino sensibile, un cuoricino selvaggio e bizzaro, un cuoricino a cui David Lynch è stato in grado di arrivare. Ho pianto la prima volta che l’ho visto, la seconda, la terza e pure la undicesima o giù di lì, meno di due settimane fa. Ma cosa c’è di così speciale in Cuore Selvaggio?

  1. Il Mago di Oz. Allora. Io ho letto il libro da cui è tratto il film e tutti sti riferimenti a Oz non ci sono. Evidentemente Lynch ha letto il libro, se n’è invaghito e poi ha pensato: come posso arricchire questa storia già piena di trame e sottotrame e personaggi raccapriccianti? E da lì il salto logico che l’ha condotto a trarre ispirazione a Oz non lo colgo. Ma chissenefrega, è Forse la ricerca di un posto in cui sentirsi a casa, non solo da parte di Lula, ma (e forse soprattutto) da parte di Sailor. L’infrangersi dei sogni, che sono possibili solo sopra l’arcobaleno, quindi in nessun posto, se non quello in cui riesce a portarti la persona di cui sei follemente innamorato. Diventare sè stessi, un percorso che comporta una serie di prove dolorosissime e, in Cuore Selvaggio, le prove non sono più una blanda astrazione che dà un sapore avventuroso e fantasioso al processo, ma sono toste da morire. Nel vero senso della parola. Quello che Oz fa rendendo più soft dei significati mica da ridere, Cuore Selvaggio lo fa all’opposto, portando all’estremo una serie di elementi che sono comuni nella vita di ognuno di noi.

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    Diane Ladd aka Marietta Pace che fa la creativa con il rossetto

  2. Bobby Perù. Evidentemente la mia gerarchia di valori ha qualcosa che non va, se al secondo posto ci piazzo un Willem Defoe maniaco e con i denti marci, loudspeaker di una delle mie frasi cinematografiche preferite “non piangere, canta!”. Che, detta da lui, vi giuro che fa accapponare tutto quello che si può. wildatheartbobbyQui abbiamo l’incarnazione del Male puro (come Bob di Twin Peaks) che sembra assorbire tutte le declinazioni che il male può assumere: Bobby (Bob? Ehm, sto volando di fantasia? Anche perché è il personaggio che a Bob maggiormente si avvicina, in tutta la filmografia lynchiana) è crudele, spietato, sanguinario, perverso e insensibile e riassume in sè l’isteria e l’instabilità quasi fragile della strega cattiva (Marietta, la mamma di Lula), la perversione della killer Juana (terribile la scena nella stanza di motel con Lula, cui segue il disperato tentativo di lei di sparire con l’espediente scarpette rosse che, ahimè, funzionava solo in OZ), la freddezza di Marcelo Santos. Bobby è sia una propaggine del male, in quanto assoldato per uccidere Sailor, quanto male puro e selvaggio, che, alla fine, si getta incontro alla morte in un bagno di sangue con un gesto quasi suicida in cui sembra raggiungere l’apice del divertimento. Bobby Perù mi mette una paura folle.
  3. L’Elvis movie ripreso e rimesso in scena da Lynch, sempre tenendo conto che tutto si basa su un libro scritto dal tizio che ha scritto anche Strade Perdute (il festival del delirio, insomma). Il kitsch di questi film (tipo Follow that dream, Loving you, eccetera, perché non sono un’esperta del genere) in cui il giovane scapestrato si porta via la fidanzata (una struttura che credo veda la sua massima estremizzazione e distorsione – riuscita benissimo – in Natural Born Killers, che poi ha in sè molto di più ovviamente, ma la traccia io ce la vedo) salta fuori di continuo e il personaggio di Sailor è perfetto. Mi sono quasi strappata i capelli nella sequenza in cui lui, dopo aver pestato un povero cretino che era andato a sbattere contro Lula in un locale, per provare pubblicamente quanto la ama, le canta Love me. Quasi strappata i capelli perché qui Lynch rende tutto talmente inverosimile, soprattutto la reazione delle ragazze attorno ai due innamorati, da far sembrare la sequenza un live di un concerto di Elvis, in cui le ragazze impazzivano davvero a quel modo (io reagirei così solo a un concerto di Dario Argento, ma va beh). E questo mi porta direttamente al:
  4. Kitsch! Kitsch! Kitsch! Urla di piacere da questa tastiera, perché questo aggettivo può descrivere in modo esauriente buona parte delle scene di questo film, soprattutto quelle in cui la coppia diciamo “consuma” e la mano di Lula che si apre e si chiude segnala l’orgasmo. Così come i cambi di colore dei frame proprio durante le scene di sesso, che, guardacaso, riprendono i colori dell’arcobaleno. Sì, abbiamo capito cosa ci vuoi dire Lynch: un po’ ci mantiene ancorati a una dimensione in cui tutto è bizzarro e grottesco ed eccessivo e un po’ ci sta dicendo che anche se per la maggior parte del tempo questi qui non sembrano proprio i cristalli più brillanti del lampadario, sono innamoratissimi e questa cosa va oltre tutto il resto.wild_at_heart_carE questo concetto buca lo schermo nella scena in cui Lula, nauseata dalle notizie orrende che sente alla radio, che ben tipizzano il mondo come selvaggio, scende e corre in un campo e si mette a ballare come una pazza musica metallosa insieme a Sailor e poi una musica alla viacolventoevvai si sovrappone a tutto e loro si abbracciano e si dicono che si amano e noi ammutoliamo, perché la raffinatezza di Lynch non ha limiti – ragazzi, uno che riesce a essere sofisticato usando il kitsch è un  vero artista.wcar2
  5. La fatina Laura Palmer. Che ovviamente nel libro non esiste. Il libro, mi duole dirvelo, non va a finire benissimo. Ecco. Ma qui non aveva senso che finisse in nessun altro modo: Lynch non ci sta dando una lezione di realismo, ci sta dando una lezione di vita. Una lezione che passa attraverso mostri (Juana/Zabriskie, Bobby Perù/Defoe, MammaPazzadiLula/VeraMammadiLauraDern/Diane Ladd, eccetera eccetera), attraverso il fuoco (prossima volta conto quante fiamme, fiammelle, fiammiferi, accendini ci sono, giuro), attraverso gli anni e una nuova vita e che, alla fine, ci insegna che il mondo ha sì un cuore selvaggio e brutale, ma che un cuore altrettanto selvaggio e coraggioso tutto questo male, in un modo un po’ disastrato e difettoso, lo può O, forse – ma a questo mio forse non ci voglio credere – ci sta solo dicendo che il mondo ha un cuore selvaggio e ci regala un happy ending perché, nella vita, non ce ne sono quasi mai.

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Eppure io voglio restare aggrappata allo scettro con le pailettes pacchianissimo della fata Palmer, che rianima Sailor e lo fa correre da Lula e gli fa cantare Love me tender finché lei non bacia il suo nasone ammaccato e io piango di gioia, perché il mio regista preferito mi ha appena raccontato una bella favola come solo lui sa fare.

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4 pensieri su “Home Video: Wild at Heart.

  1. Buonasera, sono un po’ in arretrato. È strana la lettura del tuo post. Andando avanti nella lettura ne ho fatto piano piano una cover. Film che mi è piaciuto molto, ma il sentimento che lo descrive mi ha fatto sostituire il film di cui ero innamorata Gli amanti del Pont-Neuf, il tuo pathos ha nutrito il mio. Registi diversi, forma diversa, tu nel punk io allora nel metallo, ma sei riuscita ha creare empatia d’emozione. Bello bello bello!

    • Sono felice del tuo commento!
      Per me questo film significa moltissimo!
      Grande citazione, dovrei rivederlo!
      Bello scoprire che abbiamo un background rock entrambe 🙂

  2. A chi pensa che Nicolas Cage non sappia recitare, si dovrebbe consigliare la visione di questo film.
    Lynch quando davvero inizia a essere Lynch, un visionario che attraverso la realtà ti spiazza con una narrazione tanto lucida quanto straniante…
    Se qualcuno pensava che dopo Velluto Blu non si potesse andare oltre, con Cuore Selvaggio riceve la giusta risposta.

    • Grandissimo sono d’accordo al 100%. Questo film testimonia quanto Nicholas Cage possa essere enorme e grande e come Lynch sappia creare un capolavoro mettendo assieme qualunque cosa con una poesia eccezionale!

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