Whispering Star @ Trieste Sci+Fi

Non conosco Sion Sono da molto, né eccessivamente bene, ma ci sto provando. con lui non è come con Takahashi Miike, che è una delle mie ossessioni più antiche, nata vicino a quella per Dario Argento e a quella per David Lynch, quelle per cui tendi a perdonare acriticamente gli errori (tipo Fuoco Cammina con Me), o addirittura a negarne l’esistenza, quando sono inaccettabili (La Terza Madre non esiste). Eppure con Takashi Miike, Sion Sono qualche affinità ce l’ha. Nel senso che fa un po’ il cazzo quello che vuole – ne parlavo ieri sera con il moroso mentre, appunto, gli dicevo di Whispering Star. Un film dove il bianco e nero è una scelta geniale, ma non ha nulla a che vedere con l’uso che ne viene fatto a Indieland (vedi Frances Ha, Oh boy, Nebraska – film fichissimi né). Che è abbastanza ovvio, dato il fatto che Sion Sono lo sta usando per descrivere non un mondo ma un universo post-apocalittico, dove la scelta del bianco e nero toglie in parte vitalità alle immagini, ma anche quel senso di squallore e sofferenza (e schifo) che una catastrofe lascia – o così me l’immagino.

Ecco, questo è quello che non vedrete

Ecco, questo è quello che non vedrete

Con Whispering Star non vediamo il Sion Sono di Why don’t you play in Hell e Love Exposure e (grazie a qualunque divinità random vi sentiate di invocare)  di Tokyo Tribe eccetera dietro la macchina da presa: qui si va per sottrazione. Tantissimo. Il film incede con una lentezza aggraziata ed esasperante allo stesso tempo, mostrandoci qualcosa di molto vicino alla noia e alla solitudine di quelle giornate in cui si è murati in casa e ci si guarda attorno, si pulisce, si tenta di consumare il tempo facendosi un tè, lasciando tutto in ordine. Solo che Sion (o Sono???) lo moltiplica per 14 anni.

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Per tutta la durata del film seguiamo Yoko, un cyborg che lavora come corriere interspaziale, consegnando pacchi da pianeta a pianeta: la data di consegna può essere di qualche anno in anticipo o in ritardo. I pianeti sembrano tutti scorci di un pianeta Terra desolato e devastato, ma non c’è nulla di costruito: Sono ci mostra immagini reali, non tenta di rendere i paesaggi stranianti, bizzarri, angoscianti, perché lo sono già. La maggior parte delle persone che ricevono i pacchi sono sole, li aspettano in mezzo alla strada, su una panchina di una metropolitana che non passa e sembrano desiderare un contatto umano la cui necessità viene esaurita nel momento in cui ricevono la consegna. Cosa ci sia nei pacchi e una serie di riflessioni che il film fa senza dirle apertamente non lo voglio spoilerare. Perché Whispering Star è un film poetico e fortissimo che migliora il giorno dopo che lo si è guardato. Io non so nulla della trilogia post-Fukushima di cui questo film fa parte, quindi tutto quello che ne penso è solo una mia interpretazione e potrebbe avere meno senso di zero. Ma credo che Sion Sono abbia scelto di rappresentare il vuoto, la solitudine, la desolazione e la noia che vivremmo se la quasi totalità dell’umanità fosse spazzata via, tramite un personaggio che, in quanto cyborg, queste cose non le vive come le vivremmo noi: un umano impazzirebbe, ma come puoi trasmettere questo senso di solitudine immanente se non facendolo provare allo spettatore? E, secondo me, Sono ha scelto di sottrarre fino all’esasperazione, facendoci sentire la desolazione senza doverla nemmeno nominare.