La sindrome di Cusack

Gravissima patologia. Terribile. Un disturbo a lungo termine, mai in remissione, totalmente incurabile. La prognosi era già terribile quando mi diagnosticai la sindrome per la prima volta, una decina di anni fa, circa cinque minuti dopo aver visto Non per soldi ma per amore. Okay, so che per chi mi conosce da tempo potrei fino a ora essere sembrata solo una maniaca dei film d’essai, con una predilezione per i finali non tanto strazianti quanto sospesi e quindi snervanti, ma, sì, lo ammetto, anche io mi sono lasciata andare – e lo faccio tutt’ora – ai sospiri e al bruciore d’occhi nel guardare una serie interminabili di truffe emotive come Breakfast Club e Bella in rosa (quanto poco è vero che le ragazze che si cuciono i vestiti da sole hanno successo, io ne sono la prova). Truffe perché gli sfigati, il più delle volte, restano degli sfigati. Isolati. E il più bello della scuola non sa nemmeno che esisti. Non importa quanto tu sia più carina, hai un’aura del cavolo.

Comunque, Non per soldi ma per amore è il peggiore in assoluto, perché, una volta apparso John Cusack pugile dilettante con la sua maglietta bianca e nera dei Clash, oddio, ho smesso di considerare il mondo esterno come reale. Era solo una cosa che stava là e mi intralciava, con tutte le sue brutture e delusioni. Chi voleva un mondo in cui non c’era un John Cusack innamorato e imbranato pronto a fare pazzie per te?  Nessuno. Un mondo senza John Cusack non è nulla di più di un terribile incubo. john_cusack_high_fidelity_001

Uno dei sintomi della sindrome di Cusack è il fanatismo per le top 5. Nick Hornby ha regalato all’umanità un’opera speciale e frizzante e entusiasmante come Alta Fedeltà e John Cusack le ha reso giustizia con un’interpretazione così candida e sincera da essere ancora il mio scaldacuore personale nei momenti bui. Quelle giornate in cui l’unica cosa di cui avresti bisogno è un profondo respiro, uno di quelli che allargano la tua cassa toracica e ti fanno sentire dieci centimetri più un alto. Uno di quei respiri che ti fanno dire che sì, nonostante oggi sia stata una giornata disastrosa, c’è ancora qualcosa per cui vale la pena di aggirarsi in quell’indecifrabile enigma che è la vita. Ecco, dove c’è John Cusack c’è respiro e anche chi adora le storie pesanti, le saghe russe (e chi non le ama dopo Amore e Guerra??), l’inquietudine e tutto il resto ogni tanto non può fare a meno di prendere una sana boccata di aria fresca.

Oggi è una di quelle giornate in cui il profondo respiro si ferma a metà, in cui sei invisibile anche a te stesso, una di quelle giornate in cui il mondo sembra ospitale quanto una piccola stanza imbottita con un’entrata ma senza uscita. E, in un giorno come questo, non posso fare altro che scrivere.