FrightFest 2015: Giorno II

Giorno II

Mi sveglio alle 7 dopo una notte di scarsissimo sonno e la prima palata in faccia che mi prendo e` un film di una tale autoindulgenza che ho ancora il mal di anima a pensarci:
4. Landmine Goes Click: non voglio sprecarmi in crudeltà non necessarie (ma un pochino si`). Regista, non sei Michael Haneke. Non ci provare neanche. Stop. Roba gratuita con predica morale pedestre e fastidiosa alla fine. Mi ha lasciato un senso di sporco, non perché il film faccia pensare, anche se a ogni frame senti i pensieri del regista “ facciamo capire che c’è una morale, mettiamo i violini in una scena drammatica e insostenibile così la gente capisce che stupro = male” (ma dai?). Allora. Io adoro l’horror, mi piacciono i dettagli gore quando ci stanno (vedi Dario), ma la gratuità del Male quando vuoi dare una morale (tra l’altro non aspettatevi chissà che morale, non una cosa tipo scoperchiamo il massacro degli algerini in Francia nel ’68 tramite una vicenda di singoli, ma piuttosto una cosa del tipo: fare male a qualcuno è male e vendicarsi di un malvagio prendendosela con innocenti è male”) è peggio di quando Iñarritu decide di farti piangere. Solo che, se non altro Iñarritu è un freddo calcolatore che sa come si dirige un film (COMUNQUE CONTINUA A NON PIACERMI PER NIENTE), questo regista invece non sa neanche da dove iniziare. No no no no no.

diab
5. The Diabolical: storia di casa infestata e fantasmi carina e divertente a guardarsi. Il regista, tale Alistair Legrand, è un giovane raga che ha un passato da regista di videoclip ed è riuscito a confezionare un prodotto cinematografico che te lo passi bene. La storia tenta anche di essere abbastanza originale. Pro: Ali Larter sembra fatta apposta per la parte della mamma cazzuta e combattiva; i mostri sono ben disegnati e fanno abbastanza paura; i bambini sono bravi e non fanno girare le palle come spesso accade; il film scorre veloce. Contro: twistone interessante, ma un po’ supercazzolato e, soprattutto, uno spiegone che tenta di esaurire tutti gli interrogativi in dieci minuti. Sicuramente non imperdibile, ma data la mancanza di menosità del regista e le palesi buone intenzioni, sono contenta di averlo visto. (questo se non altro non pretende di essere Haneke, grazie)

hellions
6. Hellions: ok. Prendetevi del tempo e andate a scoprire chi è Bruce McDonald. Sicuramente due fan li ha. Già dalla visione di Pontypool ero rimasta affascinata dalla sua capacità di prendere (A)pochi soldi – quelli che gli davano -, (B) un ambiente ristretto (causa(a)), (c) pochi personaggi (vedi al punto (a), okay la smetto) e costruire una storia che avesse un inizio e una fine, nessuno dei quali scontati e, soprattutto, tenerti incollato a qualunque superficie stesse ospitando il tuo culo mentre vedevi il film, con il solo ausilio di una sceneggiatura fichissima e di un’idea originale. La cosa incredible è che quest’uomo ha questo aspetto https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/5/5d/Bruce_McDonald_@_Toronto_International_Film_Festival_2010.jpg e pare essere molto bravo a dirigere film a sfondo musicale – Hard Core Logo –  ma che dai trailer sembrano tutt’altro che commediole musicali e stop. Sta di fatto che Pontypool ci faceva ben sperare, anche se i poco soldi avevano costretto il regista a risolvere il tutto con un finale abbastanza raffazzonato. Hellions è fatto con ancora meno soldi e, dove mancano i soldi, McDonald ci mette la sua orginalità. La trama è regolarissima: teenager carina e simpatica un po’ punkettosa resta incinta. La notte di Halloween viene tormentata da creature mostruose che paiono bambini travestiti che vogliono il suo bambino. Regolare. La cosa che rende Hellions l’horror (p.d) migliore che abbia visto al FF è che tutto è raccontato in modo psichedelico, seguendo la logica oniroide della protagonista, che è, giustamente, uguale a zero.

viewfinder-hellions-2

Ma va benissimo: noi stiamo guardando alla gravidanza con gli occhi di una diciassettenne spaventata e soffriamo con lei, ci spaventiamo con lei, condividiamo le sue preoccupazioni, tutto sotto la luce a infrarossi di una bloody moon rosa (i capelli grigi non sono mai stati così chic) che crea un’atmosfera da sogno in un mondo fatto di incubi. Premio coraggio, cuore, originalità del FF, per me. Detesto con tutta l’anima chiunque gli abbia fatto avere 4.5 su imdb, io gli ho dato 9. Capolavoro.

we-are-still-here-2
7. We are still here: Ted Geoghegan – non l’ho copincollato, apprezzate lo sforzo! – in persona ci ha spiegato che questo film è un omaggio all’exploitation, agli anni Settanta in generale, a Barbara Crampton, per cui ha scritto quest film. Non c’è assolutamente NIENTE di nuovo, ma nemmeno doveva esserci. We are still here è un tributo a un certo cinema di genere e ne riprende tutti i topi e gli stilemi e lo fa alla grandissima, con un rispetto, una cura e una capacità speciali. Un omaggio alle storie di fantasmi che fa fare i suoi dovuti salti sulla poltrona, ma, soprattutto, che diverte, che ti strizza l’occhio con il personaggio topico della tipa spirituale con il marito fattone (da ora in poi, Larry Fessenden ha la mia attenzione), della madre in lutto che si aggrappa a ogni speranza e che ti fa un po’ soffrire e un po’ sorridere, perché pensa che lo spirito del figlio sia con lei, ma tu vedi frotte di gente morire male e sai che c’è ben altro in quella casa, della comunità ristretta con segreti e controsegreti e tutti quei luoghi comuni dell’horror che ti fanno sentire a casa. Un omaggio, quindi, fatto con amore e con tanti, tanti litri di sangue (sciroppo, mica CGI).
8. James Wan’s Demonic: allora. Sul programma c’è scritto così. Il film inizia con questa scritta. Però il regista risulta non essere James Wan, che figura come produttore. Eppure Demonic è James Wan ripieno di James Wan elevato alla jameswanesima. Ed è divertentissimo. Found footage (no, non spaventatevi vi prego) + whodunnit + flashback + traumi infantili + spaventi come se piovesse. Se fosse un panino su un menu, sarebbe il primo che ordinerei in una giornata triste. Consigliato a chi ha bisogno di un horror di intrattenimento fatto con i controcoglions.

Bloodsucking-Bastards-Feature-Image-620x400
9. Bloodsucking bastards(Brian James O’Connell): comedy horror molto carino e divertente, purtroppo visto smozzicato perché iniziava alle 11,30 e dopo 12 ore in sala iniziavo a spalpebrare come un’ossessa. Ottimo Fran Kranz di Quella casa nel bosco che a me fa sempre effetto famiglia. Il film è perfetto se non riuscite proprio a spiegarvi come accidenti sia possibile che i vostri colleghi siano così DANNATAMENTE noiosi. La rom-com di sfondo è brillante, i personaggi principali sono divertenti e sì stilizzati, ma assolutamente adorabili acriticamente – nonostante la pletora di difetti che proprio grazie all’esagerazione diventano pregi, in questo secondo me richiamando, seppur con meno forza i protagonisti di Shaun of the dead – e le vasche di sangue artigianale mi rendono sempre più nostalgica di un cinema fatto di sceneggiatura e non di CGI. Una piccola perla da guardare a fine giornata, ancora più apprezzabile da chi, talvolta, sente di avere un soul-sucking job.
Grazie a BB la mia cinegiornata si è conclusa bene, dopo essersi aperta con il peggiore dei film. Grazie Dr. God!