Fremo nell’attesa: A most wanted man.

Okay. Sapevo che prima o poi sarebbe arrivato, ma non sapevo precisamente quando. Poi hanno annunciato che il 30 ottobre sarebbe uscito l’ultimo film in cui ha recitato Philip Seymour Hoffman. Il mio attore preferito di sempre (semprissimo, in assoluto). Che reazione potevo avere? Compassato stupore? Autentico interesse? Grandi aspettative? Ebbene no, sono terrorizzata: e poi, poi che mi resta da vedere? Farò la fine che ho fatto con David Foster Wallace, di passare dall’ultima pagina di Infinite Jest alla prima senza pause (hei, si può fare, funziona benissimo. È un Infinite Jest, cosa lo dico a fare). L’idea che, dopo questo, non potrò scoprire più nulla di nuovo, non il PSH di ora, di poco fa, quello di una maturità recitativa da far accapponare la pelle, che ha fatto amare la musica classica anche a chi non gliene poteva fregare di meno (Una fragile Armonia), che ha gorgheggiato quella cosa che diceva sweet boat to China a Joaquin Phoenix che pensavo “macchissene se lui è dispotico e tirannico e dice un sacco di cialtronerie sull’energia, ti sta cantando una canzone con la voce tremula e anche se te la sta cantando solo per tenerti legato perché lui si nutre proprio del tuo amore-sudditanza non importa, è Philip!”, eccetera eccetera e Synecdoche, NY. Stop. Insomma. Poteva uscire questo film ed essere un film A CASO con PSH (tranne Hunger Games perché mi pare troppo incongruo con l’immagine che ho di lui – è come se mi dicessero di andare a vedere un film dove Stellan Skarsgaard fa l’esperto di conquiste, maddai! Non che Stellan non possa, eh, ma per me lui deve fare l’animo sensibile e pure iracondo se vuoi, pure il serial killer, ma sempre sofisticato). Poi pare sia un film di spionaggio con degli attori che bravi è dire poco (tra il Daniel Brühl di Goodbye Lenin e Rush, la Robin Wright di quasi qualunque cosa abbia fatto a parte Two Mothers e Willem Defoe di tutto – anche le cose brutte le ha fatte bene, tipo Anamorph (sì, l’ho visto, non voglio parlarne) ), qualcuno dice che ci sono dei richiami a Cogan (che mi piacque molto) e, quindi, il terrore iniziale diventa interesse che diventa gratitudine perché posso ancora vedere qualcosa con PSH che va oltre la sua morte, una magia che il cinema rende possibile e di cui non possiamo nutrirci nella vita reale, dove, quando qualcosa finisce, finisce per davvero. Ma, comunque, provo una fitta nostalgica che è ancora più forte quando leggo che PSH parlando del film dice che è anche un film “ su un uomo che continua a fare la stessa cosa e ottenere lo stesso risultato. Ti arriva la sensazione che non può smettere. Si sente davvero che sta cercando di fare la cosa giusta, e in realtà credo che sia così. Ma il resto del mondo non condivide il suo modo di occuparsi dei cattivi del pianeta”.

6 pensieri su “Fremo nell’attesa: A most wanted man.

    • Ah sì? Parli di Hunger Games? Perché io quella saga mi sento di evitarla, non so se è l’ultimo ruolo in cui vorrei vederlo :'(

      • no no, mi riferivo a un altro: god’s pocket.

        è uscito solo nelle sale cinematografiche statunitensi a maggio.
        si spera che trovi un distributore italiano anche se, alla fine, ci sarà chi lo farà girare in rete coi subtitles….

        • Ah!
          Comunque questo film qui è un gran film di spionaggio! C’è una scena in cui Filippone si arrabbia ed è più credibile di qualunque incazzato nella vita reale io abbia mai incontrato. Era davvero un attore immenso

  1. Buonasera. Bravo lui. Ha un modo di recitare che mi piace, anche se non ho mai ascoltato la sua voce. Cambiano molto gli attori nella loro lingua originale, ma il non conoscere le lingue mi vieta certe “bellezze”. I film di spionaggio per me sono bianchi o neri. Non sempre mi avvinghiano. Lo segno, ne parli con entusiasmo. A presto. Ciao 🙂

    • Ciao! Io lo adoro, quindi spero che il film gli renda giustizia! Sinceramente anche io con gli spy sono un po’ fredda, nel senso che non sono introspettivi alla mattonata vontrieriana/hanekiana, non sono kitch come gli horror di Dario o spaventosi come certi contemporanei, non sono deliranti alla Lynch né spassosi alla Allen. Allora si basa tutto su trama, sceneggiatura impeccabile e attori. Speriamo che il film sia all’altezza di PSH!

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