Arte: la visione dell’altro

 

 

 


 

 

 

 

«L’arte è un mezzo di comunicazione, con cui una mente riesce a raggiungerne un’altra attraverso grandi intervalli di spazio e di tempo, così come attraverso la morte».

(Francis Hoyland – Diario di un pittore)

Oggi la comunicazione è ovunque, è pervasiva, si espande come un liquido dotato di vita propria. Entra nella nostra casella di posta elettronica invitandoci a iscriverci a un social network, appare sui nostri schermi con immagini in cui saturazione del colore e effetto ipnotico aumentano di pari passo, dettano principi che sommessamente diventano le regole di tutti e, chi non riesce o non vuole adeguarsi a esse, si ritrova confinato in uno spazio senza coordinate e senza nome, continuamente tormentato dalla domanda: che senso dare alla mia vita? Con mezzi di comunicazione differenti, situazioni sociali di altro stampo e sistemi di valori che ora ci appaiono completamente estranei, anche nei secoli passati chi sentiva di dover esprimere il suo tormento nel disperato tentativo di dare un senso alla sua esistenza, veniva giudicato.

L’arte è il tramite per vedere la realtà con gli occhi di un altro, accedere alla sua visione, vivere le sue emozioni e, tutto questo, senza giudizio. É un fortissimo mezzo di comunicazione, ma, a mio avviso, è anche un potente mezzo di espressione per coloro che vogliono comunicare il loro stato d’animo senza il timore di non essere compresi, o di essere isolati, emarginati, giudicati come individui avulsi dalla società e, quindi, “guasti”. Il cinema, la pittura, la musica danno la possibilità di rappresentare la realtà fisica filtrandola attraverso diversi sguardi: c’è chi ne mostra il cuore, le pulsazioni, l’oscurità; chi cerca disperatamente di riprodurre ciò che i suoi occhi vedono; chi vuole lanciare un messaggio, una provocazione, una riflessione e chi, infine, tende strenuamente alla redenzione, alla salvezza, si aggrappa all’arte in quanto unica fonte di sopravvivenza.

Come Oscar Wilde ci ha insegnato, ogni quadro è un ritratto dell’artista, perché ogni pennellata è intrisa di colori e di passione, dell’anima del pittore, dei suoi tormenti e non c’è modo migliore di esprimerli che attraverso la propria arte. Un film è una visione che può prenderci, rivoltarci e cambiare qualcosa dentro di noi ogni volta che, come spettatori, siamo chiamati a far parte di quella speciale comunione con la storia, con il regista, con quello che percepiamo sulla base di chi siamo e di cosa abbiamo conosciuto fino a quel momento.

   Nel lungo corridoio della vita, l’arte ci permette di costruire un’infinità di porte che, una volta attraversate, diventano una via di fuga, danno accesso a luoghi in cui riflettere, arrabbiarsi, sperimentare, emozionarsi e scoprire parti di sé che non erano mai state liberate prima.